Il peso (nascosto) della mobilità ad alte emissioni nell’outdoor: come la comunità può cambiare il trend

Il nuovo sondaggio della Science Alliance di POW Italy, sviluppato da circa 500 risposte raccolte durante il Mobility Month 2024, rivela come, quanto e perchè la comunità outdoor si approccia alla mobilità ad alte emissioni durante la vita quotidiana e per la pratica dei loro sport preferiti. Ma la stessa community vede, potenzialmente, un’occasione per ridurre l’impatto e vivere meglio i luoghi naturali nella mobilità a basse emissioni.

Il paradosso è evidente: proprio chi si sente parte di una comunità che tutela la natura e la vive attraverso attività outdoor, finisce spesso per affidarsi a un modello di mobilità che ne compromette la salute. Gli spostamenti ad alte emissioni garantiscono libertà e comodità — partire quando si vuole, caricare zaini, sci, bici — ma dietro quella promessa di autonomia si nascondono costi ambientali e sociali: chilometri di code, parcheggi saturi, emissioni che pesano proprio su quei luoghi fragili che si vogliono vivere in tutta la loro integrità. È la dimostrazione che il problema non è la mancanza di consapevolezza, ma la difficoltà di tradurre i valori in scelte concrete, quando le infrastrutture e le abitudini culturali spingono in direzione opposta.

Il report, condotto su circa 500 rispondenti appartenenti alla comunità outdoor italiana, conferma un paradosso noto: chi più apprezza i paesaggi e la montagna tende comunque a spostarsi spesso in auto perché questa soluzione garantisce flessibilità, capacità di carico per attrezzature e tempo personale. Dal punto di vista dell’impatto climatico, i dati e la letteratura indicano che la sostituzione di viaggi con mezzi ad alte emissioni con treno, trasporto pubblico o modalità attive può ridurre le emissioni del trasporto individuale di decine di percentuali su base per-persona. Dal punto di vista comportamentale, però, il problema è culturale e infrastrutturale: non si tratta solo di informare, ma di rendere praticabile e desiderabile la scelta alternativa.


Questo, in fin dei conti, è l’obiettivo di POW Italy quando fa advocacy sul tema della mobilità: raccogliere consenso e sensibilità, partendo da chi ha più a cuore gli effetti negativi della mobilità ad alte emissioni – proprio la comunità outdoor. Riconoscere la volontà di questa comunità e dimostrare a chi prende le decisioni che un cambiamento sistemico è fortemente voluto – e di vitale importanza – è l’unico modo per dare vita ad un cambiamento concreto.

Se l’esperienza outdoor potesse essere misurata anche in termini di “impronta lasciata lungo il viaggio”, quanto peserebbe per te il mezzo che scegli? Questa domanda, pensata per chi vive e ama la natura, sposta il focus dal sacrificio personale a una responsabilità collettiva: proteggere i luoghi implica spesso ripensare come arrivarci. Indagare le criticità dell’utilizzo di mezzi ad alte emissioni — stress del parcheggio, incertezza degli orari in montagna, costi nascosti, tempo perso in coda — permette di costruire narrazioni persuasive rivolte a un pubblico sensibile ai luoghi naturali.

Cosa ha rivelato il sondaggio del Mobility Month 2024:

  1. Il campione che ha preso parte al sondaggio è giovane e concentrato nel Nord“. — Questo spiega la prevalenza di spostamenti verso le Alpi e la maggiore propensione allo sport outdoor.

2. “Spesso si percorrono distanze simili per lavoro e per attività outdoor”. — Gli spostamenti ricreativi non sono trascurabili rispetto al commuting.

3. “L’automobile rimane dominante, specie in aree periferiche e interne”. — La capillarità del trasporto pubblico è il fattore critico.

4. “Chi usa l’auto la sceglie per flessibilità e capacità di carico.” — Portare attrezzatura e partire quando si vuole sono leve forti e sono determinanti nella scelta del tipo di mobilità per le proprie avventure outdoor. il trasporto pubblico ancora non è in grado di offrire una soluzione valida.

5. “Le Zone 30 e le piste ciclabili ottengono ampio consenso.” — Le proposte redatte nel “Libro Bianco” degli Stati Generali del Clima sono condivise dalla maggioranza dei rispondenti.

6. “Trasporto integrato (bici su treni/bus) è visto come leva efficace.” — Permettere il trasporto bici su treni può aumentare l’uso della bici per gli spostamenti verso i luoghi naturali.

7. “La frequenza e la capillarità del pubblico sono ostacoli percepiti.” — Orari e collegamenti inadeguati scoraggiano lo switch da mobilita1 ad alte emissioni a soluzioni meno impattanti.

8. “Il Car sharing è ben accolto (alto gradimento).” — La condivisione di mezzi di trasporto ad alte emissioni appare come una soluzione pratica e accettata.

9. “La community valorizza informazioni chiare e agevolazioni.” — Servono tool, comunicazioni e incentivi per pianificare viaggi più sostenibili.

10. “Le aree montane richiedono soluzioni su misura.” — Orari serali, navette e parcheggi bici sicuri sono richieste ricorrenti.

Come ogni anno, anche nel 2025 POW Italy aderirà al Mobility Month.

Nel mese di ottobre, porteremo attenzione al tema della mobilità a basse emissioni per la comunità outdoor. Anche tu potrai condividere problemi, soluzioni e obiettivi personali nel prossimo sondaggio sviluppato dalla Science Alliance di POW Italy – segui @protectourwintersitaly o iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornatǝ. Partiamo l’1 ottobre!

Chi è l’autore: la Science Alliance di POW Italy

La Science Alliance è la rete tecnico-scientifica di Protect Our Winters Italy che converte evidenza scientifica in advocacy e progetti pratici. Coordina raccolta dati, analisi statistiche e traduce risultati in raccomandazioni tecniche per istituzioni, territori e operatori outdoor.

Tra i suoi compiti ci sono: validare metodologie di monitoraggio, produrre report accessibili, progettare interventi pilota (trasporto integrato, servizi navetta, campagne informative) e fungere da ponte tra comunità scientifica, policy maker e settore privato per rendere la transizione verso la mobilità a basse emissioni credibile e operativa.

Cover photo © @cordova_vps