L’acqua che scompare: come la fusione dei ghiacciai cambia i cicli idrologici e la nostra vita
Una delle ragioni che hanno portato l’Unesco a dedicare il 2025 alla protezione dei ghiacciai è che la loro fusione sta influenzando i cicli idrologici globali e, di conseguenza, ogni aspetto della nostra esistenza: dall’agricoltura agli sport, fino alla disponibilità di acqua potabile nelle città.
I ghiacciai: torri d’acqua del pianeta
I ghiacciai sono spesso definiti water towers, torri d’acqua del pianeta, poiché agiscono come riserve d’acqua naturali, accumulando neve in inverno e rilasciando acqua durante i mesi estivi e nei periodi di siccità. Tuttavia, il riscaldamento globale sta alterando questo equilibrio: la fusione accelerata porta a un aumento temporaneo della portata dei fiumi, ma nel lungo termine si traduce in una riduzione drastica delle risorse idriche disponibili.
Nessunə esclusə
La scomparsa dei ghiacciai non riguarda solo le regioni montuose e i loro abitanti, poiché i grandi fiumi generati dalla fusione glaciale alimentano pianure, città e aree agricole fondamentali per l’economia globale. Ad esempio, in Italia, i ghiacciai alpini sono una risorsa idrica cruciale per l’approvvigionamento d’acqua nelle regioni settentrionali. I nevai e ghiacciai alimentano i fiumi Po, Adige e Dora Baltea, che sostengono milioni di persone e gran parte del settore agricolo del Nord Italia, e la loro eccessiva fusione sta già causando una diminuzione della portata dei fiumi, con ripercussioni sulle risorse idriche disponibili per l’irrigazione, il consumo umano e la produzione energetica.
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Un problema globale
Spostando lo sguardo al di fuori dei confini nazionali, la situazione non cambia e addirittura, in molti casi, si complica.
Tra i casi più eclatanti della connessione tra le terre alte e le pianure che ospitano grandi città, c’è quello del fiume Indo, in Pakistan e India. Questo riceve la maggior parte della sua portata durante la stagione secca dalla fusione di neve e ghiaccio e sostiene oltre 200 milioni di persone con acqua utilizzata per l’irrigazione, il consumo umano e la produzione di energia idroelettrica. Tuttavia, con il previsto picco di fusione entro il 2050, le riserve d’acqua diminuiranno drasticamente, aggravando la crisi idrica.
Una situazione simile si osserva in India, Bangladesh, Cina, dove gli impatti dell’arretramento dei ghiacci sulla portata del fiume Brahmaputra, alimentato per il 25% dalla fusione glaciale, mette a rischio una risorsa vitale per oltre 150 milioni di persone. Mentre il declino del fiume Gange, di cui circa il 20% della portata stagionale dipende dai ghiacciai, mette a rischio la sicurezza idrica di oltre 500 milioni di persone e ne minaccia la produzione agricola.
L’aumento del livello del mare
Oltre a modificare i cicli idrologici e ridurre la disponibilità di acqua dolce, la fusione dei ghiacciai contribuisce in modo significativo all’innalzamento del livello del mare. Il ritiro dei ghiacciai montani e, soprattutto, la fusione delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide stanno già causando un aumento del livello degli oceani. Questo fenomeno minaccia direttamente le aree costiere, con conseguenze devastanti come l’erosione del suolo, l’intrusione salina nelle falde acquifere e la perdita di habitat per milioni di persone.
L’Italia, con oltre 7.000 km di coste, è particolarmente vulnerabile all’innalzamento del livello del mare.
Città come Venezia, già alle prese con fenomeni di acqua alta sempre più frequenti, rischiano di subire danni irreversibili. Anche altre zone costiere, come il Delta del Po e le coste adriatiche, potrebbero subire alluvioni più frequenti e un progressivo arretramento della linea di costa. L’intrusione dell’acqua salata nei fiumi e nelle falde acquifere potrebbe compromettere le risorse idriche per l’agricoltura e il consumo umano.
Agricoltura e sicurezza alimentare a rischio
L’agricoltura è uno dei settori più colpiti dalla riduzione dell’acqua dolce disponibile: la diminuzione della portata dei fiumi significa meno acqua per l’irrigazione, con conseguenze devastanti sulla produzione di cereali e altre colture essenziali.
In Italia, il bacino del Po è essenziale per l’agricoltura del nord, che rappresenta il cuore della produzione di riso, frumento e ortaggi del Paese. La riduzione delle risorse idriche sta mettendo sotto pressione gli agricoltori, con sempre più frequenti razionamenti e necessità di adottare tecniche di irrigazione più efficienti. L’aumento della salinizzazione del terreno, dovuto alla combinazione di una minore portata del fiume e dell’innalzamento del livello del mare, sta già danneggiando le colture nelle zone costiere della Pianura Padana.
Non solo agricoltura: conseguenze per la vita quotidiana
Anche le città stanno affrontando il problema della scarsità d’acqua. Dalla Svizzera al Perù, molte metropoli dipendono dalla fusione stagionale dei ghiacciai per il rifornimento idrico. Se queste riserve scompaiono, l’accesso all’acqua potabile diventa più difficile, con impatti diretti sulla qualità della vita urbana, come razionamenti dell’acqua, limitazioni nei consumi industriali e possibili conflitti per la gestione delle risorse idriche.
Milano, Torino e Bologna, così come altre grandi città del Nord Italia, dipendono dalle risorse idriche alpine. La riduzione della disponibilità d’acqua sta già portando a limitazioni per l’irrigazione urbana, l’industria e l’uso domestico. Nel 2022, il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per la siccità, evidenziando la crescente vulnerabilità delle città alla riduzione delle risorse idriche.
Un problema che riguarda tutti: il progetto DOWNSTREAM di Protect Our Winters
Il progetto DOWNSTREAM, promosso da Protect Our Winters, sottolinea proprio come la fusione glaciale non sia un problema confinato alle montagne, ma una crisi idrica che riguarda anche le pianure e le grandi città.
Quando i ghiacciai si riducono, i fiumi che ne dipendono vedono una drastica riduzione della loro portata estiva, mettendo a rischio milioni di persone e intere economie. Senza interventi concreti, il futuro dell’approvvigionamento idrico sarà segnato da instabilità e crisi sempre più frequenti.
La fusione dei ghiacciai non è un problema distante o circoscritto alle alte quote: il suo impatto si ripercuote ovunque, dalle pianure agricole alle città, fino agli sport che amiamo praticare. È tempo di agire per proteggere le nostre risorse idriche e garantire un futuro sostenibile. L’acqua che scorre dai ghiacciai alimenta la vita di miliardi di persone: senza di essa, il nostro mondo sarà radicalmente diverso.
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Questo articolo fa parte di una serie di contenuti scritti da Sofia Farina, PhD in Fisica dell’Atmosfera e EU Climate Pact Ambassador con il supporto di POW Italy in occasione dell’Anno Internazionale per la Protezione dei Ghiacciai istituita dall’UNESCO. Tramite la divulgazione scientifica, vogliamo condividere e aprire una conversazione sull’importanza e il ruolo dei ghiacciai per le nostre vite quotidiane, la società, l’ambiente e l’economia.
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